Salvatore Fiume nasce a Comiso (Sicilia) nell’ottobre del 1915. Inizia la sua carriera lavorando come Art Director per il marchio Olivetti, per poi decidere di dedicarsi completamente alla pittura a partire dal 1946. Si trasferisce a Canzo dove rinnova una filanda dell’Ottocento e la trasforma nella sua residenza (che oggi ospita la Fondazione Salvatore Fiume).
Nel 1948 realizza una serie di opere ispirate ai racconti del folklore spagnoli, poi esposti alla Galleria Gussoni di Milano. Inizialmente si firma con lo pseudonimo “Francisco Queyo", fino alla prima mostra ufficiale del 1949 alla Galleria Borromini di Milano.
Nel 1951 l’architetto Gio Ponti gli commissiona un dipinto di grandi dimensioni (circa 48 metri x 3 metri d’altezza), da posizionare all’interno del salone di prima classe del transatlantico Andrea Doria.
Nel 1962 inizia un percorso itinerante nei musei più importanti della Germania, presentando al pubblico ben cento opere diverse. Il successo ottenuto lo spinge a continuare a dipingere, alternando mostre e commissioni. Nel 1967 si dedica alla creazione di un grande mosaico per la Basilica dell’Annunciazione a Nazareth, mentre nel 1974 gli viene dedicata un’importante mostra antologica al Palazzo Reale di Milano. In questa occasione presenta al pubblico la sua “Gioconda africana” (opera oggi conservata all’interno dei Musei Vaticani), un vero e proprio omaggio alla bellezza femminile africana.
Negli ultimi vent’anni della propria vita Salvatore Fiume trova il tempo di dedicarsi più affondo alla scultura, fino a presentare la sua prima mostra alla Galleria l’Isola di Milano nel 1976. Tra le sculture più celebri dell’artista si ricorda la statua per il Parlamento Europeo di Strasburgo, le sculture per la Fontana del Vino a Marsala e le due opere in bronzo realizzate per il Museo del Parco di Portofino.