Mario Schifano nasce a Homs (Libia) nel 1934. La sua arte si muove a metà tra le tendenze informali e l’avvicinamento al futurismo, entrambe legate al desiderio di offrire al pubblico la propria visione del mondo.
La prima personale di Mario Schifano viene ospitata dalla Galleria Appia Antica (Roma) nel 1959. Segue poi una mostra collettiva alla “Salita” che segna l'inizio di un decennio di attività frenetica e continua. In pochi anni ottiene un grande successo, dimostrato dalla vittoria del Premio Lissone nel 1961 e del Premio Fiorino nel 1963. La sua arte si spinge verso il monocromo, la tela viene trasformata in uno “schermo” su cui apporre artificialmente segni, lettere e immagini.
Negli anni ’60 presenta diverse mostre - sia personali che collettive - arrivando a viaggiare in tutto il mondo. Nel 1962 è a New York ed alla Sidney Janis Gallery, mentre nel 1963 espone a Parigi alla galleria Sonnabend. Nel 1965 partecipa alla Biennale di San Paolo in Brasile e nel 1967 espone al National Museum of Modern Art di Tokyo.
Gli anni Settanta sono invece caratterizzati da una forte curiosità nei confronti del cinema. Non solo Mario Schifano prova a mettere in atto le proprie abilità cinematografiche occupandosi di piccoli cortometraggi ma aggiunge immagini televisive anche alle proprie opere.
All’inizio degli anni Ottanta le protagoniste indiscusse delle sue opere sono le fotografie di icone storiche del mondo dell’arte. De Chirico, Matisse, Leonardo da Vinci, Cèzanne compaiono insieme a tutto il gruppo dei futuristi.
Una profonda crisi esistenziale costringe l’artista a ritirarsi per diversi anni, interrompendo completamente l’attività artistica. La lenta ripresa è associata ad importanti esposizioni internazionali: al Museo Italo Americano di San Francisco nel 1985, al Royal Academy di Londra nel 1989 e al Solomon Guggenheim di New York nel 1994.