L’artista Carlo Carrà nasce a Quargnento (Alessandria) nel 1881. Conosciuto come grande sperimentatore si muove a metà tra Realismo, Divisionismo e Metafisica.
Inizia la sua carriera intorno al 1910, quando firma il Manifesto dei Pittori Futuristi di Marinetti. Così come la maggior parte dei giovani pittori di inizio Novecento, l’artista cerca un nuovo stile espressivo, capace di riportare su tela la complessità della vita.
Successivamente Carlo Carrà si distacca dal movimento futurista e muove i primi passi verso la corrente metafisica. Si trasferisce a Parigi e si lascia ispirare dalle opere degli autori classici come Giotto e Paolo Uccello, realizzando quadri di carattere metafisico.
Intorno al 1921 la sua arte cambia ancora. Questa volta passiamo dalla metafisica al “Realismo Lirico”. Secondo i critici questa è la fase più affascinante di tutta la carriera artistica di Carlo Carrà, dove si vede finalmente la sua maturità. I paesaggi diventano il suo soggetto preferito, i protagonisti della maggior parte dei suoi quadri. Tra il 1921 e il 1925 dipinge soprattutto la campagna della Lombardia, dedicando qualche opera anche ai paesaggi marini della Liguria.
Nel 1933 sottoscrive il Manifesto della pittura murale di Sironi ed inizia ad eseguire interessanti affreschi per la Triennale di Milano e per il Palazzo di Giustizia.
Nel 1962 al Palazzo Reale di Milano viene presentata una mostra antologica dedicata alla sua carriera.