L'artista italiano Alberto Burri nasce a Città di Castello (Perugia) nel 1915. I critici lo considerano come un vero e proprio innovatore, capace di anticipare la corrente del “Nuovo Realismo”. Nelle sue opere sperimenta nuovi materiali, sfruttando ferro, legno, addirittura muffa e terra. I suoi dipinti sono ipnotici, un esempio concreto di Arte Informale, movimento nato in Italia alla fine degli anni ’40 con l'obiettivo di opporsi all’arte figurativa ed astratta, puntando ad un nuovo metodo di comunicazione della materia.
L’inizio della carriera artistica di Alberto Burri è piuttosto travagliato. Studia medicina ma l’esperienza traumatica di prigionia nella seconda guerra mondiale lo spinge a dedicarsi alla pittura. Proprio in carcere realizza il suo primo quadro, che viene poi esposto a Roma in occasione della sua prima mostra (1947, galleria La Margherita).
Nel 1949 realizza l’opera “Assemblage SZ1”, la prima opera della collezione dei Sacchi. Alberto Burri è ricordato per tre grandi “tendenze” che lo accompagnano durante tutto il corso della sua carriera: i sacchi, le opere plastiche ed i cretti.
I sacchi sono opere molto particolari, realizzate attraverso vecchi teli di juta ricuciti e poi applicati su tele dipinte di rosso o di nero. I dipinti con elementi plastici interessano gran parte degli anni ’60 e lo portano ad esporre in tutto il mondo, passando da Chicago a New York, all’Italia.
Nel 1964 inizia a lavorare sui “cretti”, una serie di opere rettangolari e quadrate ricoperte di crepe, realizzati attraverso l’uso di una miscela di colle viniliche e terra. La prima esposizione sul ciclo dei cretti viene realizzata nel 1973.
A Città di Castello - la sua città natale - viene inaugurata nel 1981 la Fondazione Burri, dedicata alla grande carriera dell’artista.
Muore a Nizza nel 1995.